Maurizio Dolce è stato definito dalle riviste Statunitensi il Magoo Europeo, innovatore sia per l’abbigliamento, sempre impeccabile e preciso, mai una combinazione di colori sbagliata, mai un adesivo fuori posto, sia per lo stile di guida estremamente grintoso, alla continua ricerca di appoggi o di una sponda anche quando non c’erano. E' stato un protagonista per anni delle grosse cilindrate è stato portabandiera dapprima della Maico, con il quale ha conquistato il titolo Italiano 500cc nell’81, all’ultima gara di campionato che si correva per l’occasione sulla pista di Lombardore, il suo avversario era Franco Picco, per l’occasione guidava la Yamaha ufficiale di Vromans, ma Maurizio era troppo determinato a fare suo quel titolo e dà vita ad una gara epica, bellissima, la pista era velocissima, addirittura Maurizio curvava direttamente sulla rete di delimitazione della seconda curva a sinistra dopo il via. Bissa il titolo Italiano 500 nell’82, nel mondiale 500 di Payerne, in Svizzera, in una pista appesantita dalla pioggia Maurizio parte in testa e ci rimane per la maggior parte della gara con Brad Lackey che deve letteralmente sudare le fatidiche 7 camicie per superarlo, ci riuscirà solo alla fine della manche quando Maurizio si trova costretto a guidare senza occhiali, sarà lo stesso Lackey che da allora gli affibbierà il soprannome “Fast Sugar”.
Sempre sulla pista di Payerne, ma nel mondiale 250cc del 1982, alla prima manche parte a razzo, in testa e ci rimane per circa 40 minuti, solo il grande Jobè riesce a superarlo sul finire della manche, quell’anno c’erano un sacco di piloti che erano in lizza per la vittoria ( almeno 10 ), nella seconda manche parte bene, ma purtroppo il motore della sua Maico ( ancora raffreddata ad aria ) esplode. Nel 1983 con un Fantic Caballero ( la Maico non ha una 125 molto veloce ) partecipa alle gare della ottavo di litro e faceva spettacolo anche con quella moto, nella tappa di campionato mondiale a Montevarchi dà vita ad uno spettacolo impressionante, parte dalla seconda fila con il suo Fantic raffreddato ad aria , in gara è una furia, sorpassi con traiettorie letteralmente fuori dagli schemi, una grinta impressionante, nei salti fa letteralmente la differenza con gli altri piloti, nel 1983 saltava come si sarebbe visto molti anni dopo, con il posteriore della sua moto sollevato e la ruota anteriore già pronta e impostata nella traiettoria che doveva seguire all’atterraggio. L’anno successivo passa alla Honda casa con la quale vi rimane praticamente fino alla fine della sua carriera, fa subito suo il titolo Italiano 250cc e a pari merito con Magarotto quello della 500cc nel 1984, l’anno successivo vince l’edizione del Fast Cross di Arsalo Seprio al termine di una gara tiratissima, davanti a Danny “Magoo” Chandler e Michele Rinaldi, c’era anche Andrè Malherbe ad una delle ultime apparizioni in sella ad una moto da cross.
Ma la vittoria più importante per Maurizio è quando il 7 settembre 1980 sulla pista di Maggiora vince una manche del trofeo delle nazioni, in sella alla sua Maico 250, davanti ai migliori specialisti del mondo, Jobè, Malherbe, Kinigadner, solo per citarne alcuni. Un risultato che con quella formula di gara, per gli Italiani è rimasto imbattuto, Maurizio ha ottenuto un trofeo di Cristallo vinto nella stessa manifestazione in Inghilterra. A carriera conclusa Maurizio è rimasto nell’ambiente per molto tempo, dapprima facendo da assistenza ai piloti del mondiale per conto dell’Alpinestars……Grazie a Paola Ho avuto la fortuna di conoscerlo ( abitava nello stesso paese di Paola e spesso andava in bici con mio suocero) e vederlo in azione su una moto da cross diverse volte, nel 2003 ad una gara per vecchie glorie a Borgaro Torinese, nonostante si fosse ritirato dalle gare 12 anni prima Maurizio ha dato vita a tre manche molto combattute, grintoso, spettacolare e sempre protagonista.
Enduro di Messina
In azione a San Severino
Queste due foto sono di Rickicross del forum
Questa di Cabro
L'ultima volta che Paola ed io lo abbiamo incontrato è stato, se non ricordo male l'estate scorsa, ci diceva che oramai in moto non và quasi più, secondo lui c'è un'età per fare le cose e quella del motocross oramai è passata, sta trovando soddisfazioni nello sci, scarica l'adrenalina buttandosi come un matto giù dalle montagne