Lucindo ha scritto:Si chiama "carattere forte" ed a un carattere forte non serve un mental coach , sa cosa vuole e cosa serve per arrivarci , sacrifici e rinunce in gran parte dei casi , ma non sempre e non tutto , poi pensatela come volete , ma in una era dove serve la ferragni per decidere che shampo comprare non si arriva da nessuna parte , e purtroppo di caratteri forti ce ne son mooooolto pochi
Ottima e veritiera sintesi, ma non condivido la parte sul mental coach. Il compito di questa figura credo che sia poco compreso da molti. Non è uno stregone, non è un "motivatore", non è uno psicologo e soprattutto non ha ne la capacità ne il compito di trasformare una scarpa in un Cairoli, anche se in realtà può essere utile anche alla scarpa (solo che il costo non giustifica il risultato, un poco come le Solva ad un principiante con un HM 50). Il compito del mental coach è quello di rimuovere blocchi che limitano la prestazione, tutti, da quelli relativi alla guida agli atteggiamenti mentali non produttivi prestazionalmente (mancanza od eccesso di fiducia di se) sia agli atteggiamenti "sbagliati" (sempre in ottica racing). Per fare questo utilizza tecniche scientifiche consolidate, dall'auto-ipnosi alle tecniche di rilassamento alla PNL. Una volta non esisteva questa figura? Verissimo, ma tra i vari atleti esistevano differenze più marcate, sia a livello di tecnica motoristica che di preparazione atletica. Ora gli atleti, all'interno del loro range di classifica, sono molto simili tra loro, la differenza di risultato non risiede più nelle macro-diversità ma nella gestione del particolare, e nutrizionista, mental coach, preparatore atletico hanno assunto la stessa importanza del motorista o del tecnico delle sospensioni. Giusto? Sbagliato? Non mi addentro in giudizi, ma "questa è la miglior soluzione possibile in quanto è l'unica realizzata."