Ciao a tutti i Baristi, da un po manco ad una partecipazione attiva al forum, ma nell’ombra ho continuato a sbirciare fra un post e l’altro.. e qui di seguito sono a condividere con voi il motivo..
Nell’Ottobre 2017 dopo un evento che ha sconvolto negativamente la mia vita buttandomi talmente giù che non avevo nemmeno più voglia di farmi un giro in moto decisi che dovevo reagire.
Così ho tirato fuori le palle, ho abbandonato l’azienda di famiglia dove lavoravo da quasi 10 anni, venduto quasi tutto (no la bici e no la moto
)per raccimolare quanto di più possibile e sono partito per quello che è sempre stato il mio sogno nel mirino, la nazione a stelle e strisce.
Così il 5 Gennaio 2018, da solo e senza nessuna conoscenza prendo l’aereo che mi porterà per la mia prima volta ad Anahaim1 .
Parto con un carry on, una Ogio ovviamente, ed uno zaino, e tanta tantissima voglia di ritrovare la felicità e di raggiungere il mio obbiettivo, disegnare abbigliamento o grafiche moto.
Ho sempre lavorato duro dando il 100% nell’azienda di famiglia, ed ogni sera dopo 10 a volte più ore di lavoro non vedevo l’ora di aprire il pc personale per fare quella che invece era la mia passione, disegnare appunto..
Inizio così partendo dall’Inglese ed investo in 3 mesi di corso in una delle scuole migliore al mondo, partendo da un livello praticamente a punto 0.
Vivo questi 3 mesi giorno per giorno come se fosse l’ultimo, facendo festa, spendendo a destra e a manca (mai in droga grazie a Dio), andando a quante più gare possibili, prendo finalmente il pick up che ho sempre sognato ed una rossa 450 17 usata.
Ma resto sempre con la coda dell’occhio rivolto verso l’obbiettivo, sempre.
Infatti alla gara di San Diego nel Febbraio 10 a poco più di un mese dal mio arrivo, quando inizio a capire e a farmi capire in Inglese, entro nello stand della Thor con 4 delle mie magliette che avevo disegnato e fatto produrre. Finalmente riesco ad avere la possibilità di parlare con qualcuno.
La settimana seguente ricevo una chiamata e poco dopo avrò il mio primo colloquio.
3 ore. Il mio sogno sembrava realizzato. Il manager mi fa vedere già tutto il laboratorio, il museo interno, l’azienda e mi presenta al team di grafici.
Così inizio a disegnare per Thor.
Il 30 marzo avrei finito scuola, dovevo prendere l’aereo per rientrare e fare il visto lavorativo per poi iniziare, ero al settimo cielo. Ma a 10 giorni dal rientro ricevo una mail, la decisione è di non integrare il reparto dei grafici.
Così sono “costretto” a cambiare i piani, vado in Messico per poi rientrare ed avere altri 3 mesi a disposizione per cercare una nuova opportunità.
Sono con il morale un po a terrà, ma la voglia e la mia determinazione supera ogni difficoltà.
Cerco una nuova sistemazione, mi faccio un nuovo piano d’azione.
Ma poco dopo arriva un'altra chiamata dall’Italia, uno dei miei migliori amici dopo 16 ore di lavoro filate non riesce a tenere gli occhi aperti, finisce la sua corsa contro un muro, e a soli 22 anni diventa solo un altro Angelo per me. Continuo ad essere solo e a dover cercare forze, non lo so nemmeno io dove tutt’ora.
Mi trovo a Murrieta, nella zona rossa del Motocross.
Una serie di casualità mi portano a conoscere quelle che saranno per me persone davvero importanti.
Mi trasferisco quindi con altri Italiani, piloti che sono come me li per inseguire il loro sogno.
Ho la possibilità di stare a stretto contatto ogni giorno con professionisti, li aiuto, mi rendo disponibile al 100% sempre. Ma questo sono io.
Riesco così ad avere una semplice mail di contatto. Scrivo all’istante ma la risposta è la medesima. Per ora siamo Ok, ci teniamo il curriculum e semmai dovesse servire...
Ma poco dopo me ne arriva un'altra, in cui mi viene chiesto se conosco un certo tipo di stampante. Così prima di rispondere scarico il manuale in Inglese (160 pagine) me lo bevo in qualche ora e rispondo.
La settimana seguente otterrò il colloquio in una delle aziende che per me è stata ed è un icona del nostro sport, l’azienda fondata dal mio idolo da quando sono piccolo, Seven Mx.
Dopo 1 ora e 30 minuti di colloquio mi viene offerta una posizione di lavoro in stage.
Purtroppo non sono americano, il visto dura 3 mesi, devo per forza rientrare, ma l’intenzione è quella di sponsorizzarmi.
Il mio sogno inizia ad avverarsi di nuovo.
Mi trovo alla Supercross Cup dove avrei dovuto firmare finalmente il mio contratto, che però ancora non c’è.
Il tempo passa, si rimane in contatto, ma sponsorizzare una persona significa 10'000 dollari di visto e responsabilità. Non è una decisione semplice per loro, capisco.
Ma io non posso più permettermi di attendere così decido di riprendere l’aereo ad ottobre.
Rientro in Seven cercando di fare pressione, i forse non mi piacciono, o si o no. Ed in quel momento è un No, troppa responsabilità, troppo dispendioso.
A quel punto inizio ad esaurire le possibilità. 2 strade, fare le valigie ed abbandonare tutto o fare lo step, affrontare le mie paure ed investire su me stesso.
Così dopo circa 1 anno scarso in cui vedo con i miei occhi e non da video come gira, inizio a fare un analisi di mercato che durerà 1 mese circa.
E così a metà Novembre circa, decido di puntare tutto, dando vita al mio brand.
Aprire un azienda in America vi garantisco che è semplicissimo e molto veloce.
Aprire un azienda in America per un immigrato vi garantisco che è molto molto complesso, ci sono tempistiche e procedure delicate e sono progetti che a volte richiedono 1 anno di lavoro.
Sbagli una virgola e ti bruci la possibilità di pestare il suolo americano per 10-30 anni a seconda della bontà del ufficiale doganale e vi garantisco che bontà non ne hanno molta, che tu sia Italiano o Pakistano non conta.
Così mi rinchiudo in una stanza di un ranch dalla mattina alla sera fino a quando la mia testa non si accascia al tavolino della mia camera ed in solo 1 mese metto assieme tutti i tassellini.
Rientro l’8 Gennaio in Italia con quasi tutto pronto.
Ma fidarsi di un Americano è impossibile. Qualcosa di starno succede e mi vedo costretto di nascosto dopo circa 20 giorni a riprendere l’aereo.
Rientro e spariscono soldi dal mio ufficio. Risolvo ancora una volta i problemi e prendo vantaggio della situazione per lavorare all’operatività della mia piccola azienda.
Dopo 2 mesi e mezzo rientro (scorsa settimana) pronto ad attendere finalmente da Roma la chiamata dall’ambasciata, quella chiamata che con tanta ansia attendo.
Si tratta del colloquio per l’ottenimento del visto per il lavoro negli Stati Uniti. Eh si perché prima si investe, si crea l’azienda, e poi forse si ottiene il visto. Il tutto accompagnato da un progetto di circa 80 pagine in inglese con documenti, foto, mazzi e cazzi, vogliono sapere tutto, ma proprio tutto sul tuo conto.
Secondo le tempistiche avrò il colloquio dopo pasqua, e se positivo finalmente potrò avere quello per cui da 1 anno e mezzo ormai sto lottando con tutte le mie forze, la possibilità di far vedere quello che valgo in via legale.
Potrei scrivere davvero un libro su quanto ho vissuto sulla mia pelle, sul come è la Cali, su come sono i piloti li, le moto i team, l’ambiente, il clima, cosa sono i Motori per la California, mi piacerebbe avere il tempo per farlo.
Durante il mio percorso ricevevo messaggi di “ehi bella vita” o commenti alle mie storie come “bello far festa ah” oppure, “ma cosa vai a fare”, o “ma lascia stare è più grande di te”, “non ci riuscirai mai” bla bla bla…
La gente parla, parla per invidia, vede 2 foto sulle story di IG ed invece di gioire per te per quei momenti che ti sei creato e meritato con sudore e soldi rosica, perché la realtà dei fatti è che dietro ad ogni successo c’è sudore, tanto tanto tanto sudore, fatica, sacrificio, pianti, stress malessere, infortuni..
E’ più comodo timbrare il cartellino, andare a casa far palestra bici festa ordinare il nuovo completo fluo prendere la moto tirarla fuori dal garage fare un selfie magari davanti ad un bel giardino enorme postare “oggi allenamento” per poi rimetterla magari in garage.
Amo il motocross perché è uno degli sport più duri che io abbia mai visto. Bruciare benzina e gomme ogni mattina, de affaticare ogni pomeriggio, rompersi mezzo corpo per ottenere anche solo un posto in finale.
L’unica domanda che sorge è “ma chi cazzo te lo fa fare?” ..
In realtà chi dedica Una vita a questo sport è perché senza non ci si può stare. E’ una sorta di malattia, uno stile di vita. Il VERO motocross non è per tutti, è duro, io lo pratico da amatore, non lo farei mai da professionista vi dico la verità, non sono portato, ma non mi sono mai nemmeno una volta permesso di screditare piloti team o altro, anzi, se potevo spendere qualche bella parola, l’ho sempre fatto.
Il messaggio che forse ci tengo a lanciare un po a questi giovani è, muovete meno la lingua.. E se usate il cervello alla velocità con cui muovete le dita sulla tastiera a scrivere cagate probabilmente nella vita potete realizzarvi in tutto quello che desiderate.. abbiate sempre rispetto di tutti, sotto ad ogni apparenza magari si nasconde la storia più bella che abbiate mai sentito, siate profondi non superficiali.
Credeteci sempre, non mollate mai, non esiste successo facile senza sacrificio.
Ringrazio Ale
per avermi concesso di condividere una piccolissima fetta della mia storia e ringrazio per consentirmi di seguito di inserire la mia e-mail,
info@nlabstudio.com Questa mail servirà a chi ha tanta tanta voglia di fare, a chi come me vive al 200%, come noi malato di questo fantastico sport, a chi sa un po di inglese, a chi ha la passione per il design, a chi ha voglia di venire a vivere probabilmente i 3 mesi più belli di sempre, in stage presso la mia azienda di grafiche moto in California.
Selezionerò soltanto un ragazzo o una ragazza, quindi non perdete tempo, il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo. Chiaramente i dettagli verranno forniti via e-mail.
Ringrazio chi mi ha regalato anche solo 1 minuto del proprio tempo.
Ciao a tutti i baristi, e chiedo scusa per gli errori ortografici eccecc
Gassss
Nik