Aledei ha scritto:.....come si può pensare che in un paese dove tutti i media seminano odio e rancore (spesso nascosto sotto forma di buonismo) contro il prossimo, cambiandolo a seconda della moda del momento: negro, giallo, rifugiato, terrone o polentone ecc ecc tanto per citare i più „conosciuti“ dalle masse, sperare che un atleta offra il massimo rischiando anche la vita per orgoglio della nazione?
Spesso a vincere è la nazione più orgogliosa del proprio paese e della propria nazionalità.
Finchè la gente sarà „lobotomizzata“ inconsciamente e portata ad odiare il prossimo... continuerà il motto dividi et impera. Ed ognuno correra per se (divisi), e non per un team e per la nazione.
Che questo ci piaccia o meno.
Parliamo di sport...un campione come Cairoli vuole vincere anche se rappresenta il congo belga e in un cancelletto da 40 non c'è nessuno che non vuole vincere anche chi non vincerebbe nemmeno se si ritirassero in 39...
Il discorso patriottico credo che sia relativo, certo fa piacere vincere per la propria nazione ma stiamo sempre parlando di uno sport individuale...si parla ancora di un sorpasso di cairoli con un 250 ad rc dopo 11 anni e di johnny o'mara che ha passato non ricordo chi a maggiora con 125 il discorso squadra è una pippa insomma...