lukyzz ha scritto:Non mi è chiara una cosa sul cosidetto "cuore da atleta"... diciamo che uno si alleni e prenda come metro di giudizio una sessione di tapis roulant alla stessa velocità e alla stessa distanza.
Inizialmente arriva come massime pulsazioni al 90-92% della frequenza cardiaca poi con il costante allenamento (e quindi con lo sviluppo del cuore da atleta) arriva si e no al 80-82% della frequenza cardiaca. Questo significa che ha ancora margine e che potrà arrivare al 90% spingendosi a velocità più elevate oppure semplicemente che ora "mura" a frequenze più basse perchè comunque essendo più sviluppato con meno battiti serve la stessa portata di sangue al corpo e quindi il suo massimale si è abbassato (quello che prima era l'80% è diventato il nuovo 90%)???
Mi sa che non hai capito il discorso di frequenza massima, di soglia anaerobica e di VO2Max, io adesso non mi metto a scrivere tutto il pippone perchè potrei sbagliarmi visto che non sono un cardiologo e nemmeno un preparatore. Rileggi per favore quello che succedeva a me e adesso provo a farti un esempio con quello che hai scritto tu:
Se un uomo fa una sessione di corsa sul tapis roulant ad una frequenza ipotetica di 145/150 bpm percorrerà una certa distanza..... dopo qualche mese di allenamento, se lo avrà fatto bene, a quella stessa frequenza farà meno fatica e andrà più veloce, percorrendo più strada.
Nel ciclismo si traduce praticamente nella capacità di spingere rapporti più impegnativi con la stessa cadenza di quando si tiravano rapporti più agili. Nel motocross credo che si traduca nella capacità di sentire meno la fatica in generale e di rimanere più lucidi per tutta la manche, pur spingendo molto più di prima e per più tempo. Onestamente però di questo ho solo vaghi ricordi da ragazzo, quando entravo in pista e stavo dentro mezz' ora, rallentando quando capivo che era necessario e ri-aumentando il ritmo appena avevo recuperato. Ora credo che dopo 1 o due giri sarei pronto per il bar o la barella.